giovedì 10 luglio 2008

Buone Vacanze!

Bene, il blog chiude per ferie!
Torneremo a settembre per parlarvi delle tecniche di pittura della cavalleria.
Voglio lasciarvi con una foto del terzo battaglione che ho realizzato, il Rgt Vasterbotten, l'unico dell'esercito svedese che aveva come colore distintivo il bianco. Inoltre, i soldati indossano il caratteristico copricapo noto come karpus.
Pezzi in plastica Strelets, 1/72.

(cliccare sull'immagine per vederla più grande)

Buone vacanze a tutti!

Finitura ed imbasettamento

Bene, i pezzi sono praticamente finiti. Solo un ultimo tocco per proteggerli dalle battaglie che dovranno attraversare (in realtà per evitare scrostamenti ad opera delle mani di giocatori disattenti, di cadute dal tavolo, di rovesciamento delle scatole che li contengono...). E' dunque opportuno passare una mano di vernice protettiva trasparente che fissi le vernici date. In materia i consigli sul come e sul cosa si sprecano. Dai fissatori spray per belle arti (se proprio dovete, consiglio quelli opachi- mi raccomando OPACHI - per carboncino: quello della Pelikan era eccezionale), alla vernice acrilica per finitura OPACA della Pebeo (generalmente ottima, ma va molto diluita e recentemente mi ha creato qualche problema...). In generale, le vernici di finitura sono indicate come Varnish in inglese , o Varnis, in francese. Ne esistono moltissime in commercio e ognuno vi darà la propria versione su quella preferita, visto che, ognuna, ha i propri difetti e vantaggi. Alcune danno un aspetto lattiginoso biancastro, altri tendono a creparsi con il tempo, altri ancora possono ingiallire. Insomma è un bel problema. Io, personalmente uso quello della Vallejo (come al solito) e non ho ancora trovato grossi problemi.

Data quest'ultima, fondamentale mano, passiamo alla fase finale, conclusiva e forse di maggior soddisfazione, a patto che venga realizzata con cura (pena lo scadimento di tutto il lavoro fin qui fatto!), ovvero l'imbasettamento dei pezzi!
Innanzitutto, il materiale con il quale realizzare le basette. Anche qui, si è provato praticamente di tutto: cartoncino, cartone, legno, metallo, polistirolo, chi più ne ha più ne metta. Oggi si vende già tagliato un materiale plastico veramente eccellente, il forex. In vari colori, di solito nero, non si piega, non si deforma, non si rovina e costa abbastanza poco. Potete anche comprarlo in fogli grandi e tagliarlo nelle misure desiderate con un semplice cutter. Insomma, lo consiglio vivamente. Invece, per questo progetto, io uso il cartoncino. Lo trovi in vendita ovunque, puoi scegliere lo spessore adatto. Per i 20 mm lo uso piuttosto spesso, sperando che i giocatori, per spostare le unità, preferiscano prendere le basette invece di pezzi!

Comunque, poi, scelto il materiale base la tecnica che utilizzo si può usare comunque. Innanzitutto, la scelta dei materiali da utilizzare per rendere più relistico il terreno.
Prima regola: non vi fate fregare dai rivenditori! Nei negozi di modellismo ci sono cose vendute a peso d'oro che si fanno in due minuti a costo zero con un pò di fantasia. Sabbie colorate, ghiaette, cespugli, tutta roba per la quale, soprattutto i ferromodellisti, accendono mutui!
Io uso: sabbia della spiaggia (l'Italia ha 8.000 km di coste: vogliamo sfruttarle?!), ghiaia della lettiera del gatto, scorza di alberi e vegetali naturali raccolti durante le gite in campagna (l'ultima scoperta sono le fibre del tronco di alcune palme: perfette per fare i cespugli). Mi concedo solo il lusso di un pò di quell'erbetta detta "elettrostatica" in vendita nei negozi di modellismo in diverse colorazioni.

Una volta tagliata la base, incollare i soldatini, nel numero prescritto dal regolamento che si intende usare, usando sia la fantasia che le nozioni storiche sul periodo. Ad esempio, nel nostro caso, i battaglioni svedesi avevano un numero di moschettieri doppio di quello dei picchieri. Inoltre, i granatieri non venivano distaccati in unità autonome come avveniva in altri eserciti, bensì venivano schierati sui lati delle compagnie dei moschettieri, all'esterno del battaglione.
Dunque, per dare un'idea, almeno in scala, di quello che poteva apparire un battaglione svedese, le miniature sono state incollate sulle basi come appare nella foto.

In questa unità, ho optato per miniature che avessero quasi tutte lo stesso aspetto, cioè quello di un battaglione ordinato in marcia. Altre volte si può decidere di imbasettare miniature che, pur essendo tutte differenti, rappresentino un'unità che sta, per esempio, sparando o caricando il nemico. Non mettete mai insieme miniature in marcia col fucile in spalla e miniature di esaltati in carica!

Prima di applicare la sabbia, sarà opportuno lasciare libera una piccola parte dove poi scrivere il nome dell'unità, in modo tale da riconoscerla sul tavolo senza doverla toccare.
Io conservo i materiali per le basette in contenitori in plastica con l'apertura piuttosto ampia. Questo mi consente, dopo aver applicato la colla vinilica su tutta la basetta, con l'aiuto di un pennello, di "tuffarci" letteralmente dentro la base, senza sparpagliare la sabbia o la ghiaia sul pavimento.
Una volta applicata la colla, applicare prima gruppetti di sassolini della sabbia del gatto e poi la sabbia vera e propria. Quando il tutto si sarà seccato bene, soffiare via la sabbia in eccesso (fuori dalla finestra!) ed applicare un'altra mano di colla, magari un pò diluita in acqua, sui sassolini, per farli aderire definitivamente alla base.

Quando anche questa mano si sarà secata, passiamo alla verniciatura della sabbia. Qui dobbiamo procedere con varie mani di vernici, con la tecnica del Drybrushing, o "pennellatura a secco", la cui tecnica di base consiste nell'intingere nel colore il pennello (se possibile con setole abbastanza rigide), quindi ripulirlo di gran parte del colore su un fazzoletto di carta o del cartoncino, finché il pennello sia quasi del tutto pulito, cioè quando sulla carta non resta più colore. A questo punto, con il pennello si strofinano i dettagli da evidenziare ed i bordi dei dettagli tenderanno a catturare quel poco di vernice rimasta sul pennello.
Anche in questo caso procederemo per colori sempre più chiari partendo da un color terra e finendo addirittura con qualche colpetto di bianco. In più, consiglio, dopo la prima mano di terra, di effettuare un lavaggio con una Patina Maron (vedi un post precedente). Per il verde, stessa procedura, partendo da un verde scuro per finire con un giallo chiarissimo.
Per finire, incollare un pò di erba elettrostatica a chiazze.

Scrivere il nome dell'unità et voilà il lavoro è concluso davvero, stavolta.

Quanto tempo c'è voluto? Una settimana circa, nel tempo libero, da quando ho aperto la scatola, a quando ho fatto l'ultima foto.

Che ve ne pare?



mercoledì 2 luglio 2008

Bandiera vecchia...

Il tocco finale. Le bandiere. In questo periodo, spesso ogni battaglione portava più di una bandiera. Di solito, una era la bandiera colonnella, ovvero quella di proprietà del comandante dell'unità, e l'altra era la bandiera nazionale o reale. Quindi, mentre la seconda era uguale per tutte le unità, la prima era caratteristica di ciascun reggimento.
Dal punto di vista modellistico, ci sono diversi sistemi per realizzare una bandiera. Il primo è quello di dipingere direttamente la bandiera in plastica fornita nella scatola di miniature. In alcuni casi il motivo da dipingere è già stampato, un pò in rilievo, sulla bandiera stessa, mentre in altri va dipinta interamente. Nel primo caso la pittura è più facile: però se la bandiera è una "colonnella" si rischia di avere tutte le bandiere uguali. Nel caso degli svedesi zvezda la bandiera rapresentata, stampata in rilievo, è proprio la colonnella del regimeto Uppland (che, per fortuna aveva in campagna due battaglioni). La pittura non presenta particolari difficoltà: basta procedere, come al solito, stendendo prima un colore base particolarmente scuro, per poi sovrapporre due o tre tonalità del colore finale sempre più chiare (l'ultima può essere addirittura più chiara del colore reale, per evidenziare luci particolari - o l'usura della stoffa...).
Poi si aggiungono i dettagli, come il puntale e le nappe argentate: anche in questo caso partire dal nero, seguito dal gun metal e infine, dall'argento.

Un secondo sistema consiste nell'applicare bandiere di carta stampata: queste si trovano su internet (ad esempio su Warflag, che fornisce gratuitamente un numero enorme di molti periodi e nazioni) o si possono scannerizzare da testi specializzati (non è questa la sede per spiegare come si fa... se siete qui, probabilmente sapete anche usare uno scanner ed un software di grafica).

Stampate la bandiera a misura, ovvero in scala corretta con quelle reali (attenzione! in alcuni paesi le bandiere erano molto piccole mentre in altri, nello stesso periodo erano enormi: questo a dire che non esistono dimensioni standard), ritagliatele ed incollatele con colla vinilica all'asta, che, nel nostro caso, è un tondino in ottone applicato con il sistema indicato qualche post fa. Non limitatevi ad incollare la bandiera stampata. una volta applicata, dipingetela riprendendo le forme stampate. Assumerà una colorazione mooooolto più realistica!
Mentre la colla è ancora fresca ci sono due cose da fare: la prima è dare alla bandiera una forma mossa dal vento, piegando la bandiera arrotolandola attorno ad un pennello. Siccome la colla vinilica è abbastanza elastica potete dare alla bandiera più piegature , anche arrotolandola in senso contrario in alcune sue parti. Rilasciandola, quando la colla si sarà seccata, la bandiera manterrà la forma che gli si è data.
Il secondo effetto che gli si può dare è quello di una gloriosa vecchia bandiera, strappata dall'uso e dai colpi del nemico. Per far ciò inumidire con un pennello bagnato la parte più lontana dall'asta, per la porzione che si intende strappare. Poi, con un paio di pinzette, strappare piccoli pezzi della bandiera in maniera irregolare. E' anche possibile bucare la bandiera con uno spillo, sempre dopo averla inumidita, per simulare i colpi da arma da fuoco.